IL LAVORO DIETRO THE VAMPIRE DIARIES, Intervista a Julie Plec

« Older   Newer »
  Share  
aly91kat
view post Posted on 8/6/2012, 19:37




Altra intervista alla produttrice dello show Julie Plec rilasciata durante il Festival di ATX di Austin. Questa volta la discussione riguarda la magia dietro il processo di scrittura di The Vampire Diaries, il come riescono a mantengere i personaggi reali e le decisioni prese a partire dall'ormai lontanissimo pilot per costruire questo mondo sovrannaturale!

Spettegolando con la produttrice esecutiva di TVD Julie Plec

George parla di The Vampire Diaries con la scrittrice e produttrice esecutiva Julie Plec. Concordano sulla bellezza di Alaric, e su tante altre cose.

Il primo ATX TV Festival si è tenuto questo finesettimana, celebrando un’intera gamma di programmi con ospiti e presentazioni sul grande schermo di alcuni dei migliori show televisivi del momento. Ha anche portato a Austin un’intera schiera di persone talentuose che stanno dietro gli shows. Sono stato abbastanza fortunato da chiacchierare con l’adorabile e straordinaria Julie Plec, scrittrice e produttrice esecutiva di The Vampire Diaries, che mi ha permesso di picchiettare il suo cervello a proposito di TVD, dei suoi personaggi, della sfida di adattamento, dei giochi di bevute e, ovviamente, della meravigliosità di Alaric.

George: Sono qui oggi come fan più che tutto il resto, ma non è sempre stato così. Ero molto scettico all’inizio. Penso che sia probabilmente dal momento in cui è spuntato fuori Alaric che ho cominciato davvero a prestare attenzione. Comunque, quello che mi ha sempre veramente impressionato da quando ho cominciato seriamente a guardare la serie è l’equilibrio di toni che lo show raggiunge, prendendosi seriamente ma non troppo e non cadendo in un completo eccesso. E’ stato difficile raggiungere questo equilibrio per gli scrittori in ogni stagione?

Julie Plec: Si. Abbiamo una regola che ci ricordiamo in continuazione e che cerchiamo di seguire a tutti i costi. Voglio dire, ovviamente alcune regole sono fatte per essere infrante, ma quando hai intenzione di seguirla, ti dà davvero un buon fondamento, e è questa: Queste sono persone. Queste sono vere giovani persone in un mondo vero – un mondo di scienza, un mondo di storia – e che tutto quello che facciamo deve uscire in qualche modo dal punto di vista di un mondo reale. Perfino la nostra magia, cerchiamo di tenerla sempre radicata nella terra, negli elementi. Sai, naturalmente rompiamo questa regola ogni volta in preda alla disperazione. Ma se colleghiamo sempre tutto all’amore, alla famiglia, alla perdita, alla lealtà, all’amicizia, allora abbiamo trovato un modo per tenere il tono sotto controllo. Abbiamo fatto una battuta nella 1° stagione “Bene, il simbolo da promuovere era una bussola per vampiri, ma era ridicolo quindi cos’è la cosa più carina, e la versione più realistica di ciò?” E poi, naturalmente, è finito per essere…una bussola per vampiri. Ma cerchiamo sempre, sempre di riportare tutto in una visione molto umana.
E la cosa più difficile sia per me che per Kevin [Williamson – anch’egli creatore, produttore e scrittore] quando abbiamo cominciato è stato che il suo stile di scrittura da Dawson’s e da Scream era di un umorismo impertinente, ricco della coscienza popolare, e il mio era molto vivace, energico, molto Mean Girls, nella versione di John Hughes. E entrambi abbiamo dovuto trattenere le nostre voci naturali, perché se cominci ad avere tutti i tuoi personaggi che parlano in questa grande sorta di bubblegum, coscienti di loro stessi, costantemente ammiccanti, allora a livello di toni sei sull’orlo dell’eccesso. E, sapevamo che dovevamo essere diversi da Buffy

G: Ecco, a proposito…

J: Sono una grande fan di Buffy

G: Perché per quanto fossimo tutti dei grandi fan di Buffy, non volevamo assolutamente vedere un’altra versione di Buffy o uno show che fosse tutto impertinente e ammiccante.

J: Il bello è che abbiamo Damon. Damon finisce per essere il nostro Buffy. Damon ha la battuta pronta, un linguaggio divertente, e sarcasmo, e i dialoghi sopra il limite perché Damon stesso è così fico che la passa sempre liscia. Ma se tutti vivessero in quel mondo sovraeccitato penso che show non funzionerebbe così tanto. E chi vuole seguire i passi di Joss Whedon? Voglio dire, lui è il maestro! Quindi la prima cosa che fai è cercare di distinguerti.

G: E’ stato difficile lavorare e adattare i libri originali? E’ stata una decisione cosciente organizzare in modo un po’ differente?
Confesso: non ho letto i libri quindi non posso dire esattamente quanto siano diversi; ma, per caso, siamo tornati indietro e abbiamo riguardato la prima stagione ed era un’azione molto più “Caro Diario”, almeno nei primi episodi, ma ci è passata sopra abbastanza in fretta.

J: I libri sono chiamati “The Vampire Diaries”, quindi sapevamo di dover avere un elemento di scrittura giornaliera. Nonostante ciò, Kevin ora li odia tantissimo - e anche quando abbiamo cominciato disse “Non cedo l’ora di sbarazzarmi di questa roba del diario”

G: Ironico..

J: Alcuni l’hanno amato, ad altri non piaceva, ma doveva esistere. Sono “I diari del vampiro”.
Ma abbiamo sicuramente aderito ai personaggi che ci ha dato il libro, e alla città, e al mondo che i libri hanno costruito per noi. Ma a causa di Twilight e per non finire per rifare accidentalmente Buffy, abbiamo dovuto cominciare immediatamente a prendere decisioni che fossero indipendenti dalla fonte così che potessimo costruire un mondo a cui fossimo connessi e in cui credessimo e che sentissimo avesse tante strade differenti da poter percorrere, piene di storia. E poi è diventato un treno travolgente. E ogni tanto pensavamo “Lo fanno questo nei libri? Credo. Non ricordo.” E’ diverso che se avessimo detto di voler adattare una serie come The Hunger Games o Twilight dove non vuoi davvero incasinare la trama per paura di venire annichiliti dai fans dei libri. Abbiamo avuto molta più libertà.

G: Credo che un’altra delle grandi forze dello show sia un cast insanamente buono. A un certo punto il cast si è unito come se fosse una cosa sola? Gli elementi erano lì dal principio o è stato un processo di costruzione e ridefinizione?

J: Quando facciamo il pilot abbiamo 41 minuti per presentare circa 10 personaggi, un mondo e una storia. Quindi quando consideri che il tuo pilot è concentrato probabilmente intorno a solo due dei personaggi, e ci sono circa otto personaggi che conquistano 2 minuti di tempo ciascuno, è molto difficile riprodurre la sostanza di un personaggio di supporto nel pilot. E la bellezza di una seria di lunga durata è che, teoricamente, nel momento in cui arrivi alla fine della serie i tuoi personaggi di supporto sono diventati dei co-protagonisti, se non diventano a volte dei veri protagonisti. Credo che il personaggio di Caroline sia su una strada che alla fine della serie – sempre che sopravviva – la porti ad essere uno dei protagonisti femminili più forti. Quindi quello che è divertente è l’evoluzione dei personaggi.
Da questo presupposto Tyler Lockwood, che era solo il classico bulletto, ora ha una ricca esperienza e una bella storia d’amore.

G: Si, onestamente, Tyler mi stava veramente sulle scatole all’inizio

J: Si!! E’ veramente un buon esempio parlando di adattamento. E’ un personaggio che sapevamo sarebbe diventato un lupo mannaro, perché era un lupo mannaro nei libri. Ma sapevamo anche di non volerci arrivare troppo presto. Quindi tutto quello che abbiamo fatto per lui è stato piantare i semi per “questo è un ragazzo con problemi di gestione di rabbia”, “un ragazzo che è un bulletto”, “un ragazzo il cui padre lo maltratta”, e tutto quello che potevamo fare era alludere alla sua storia soprannaturale. Poi nel momento in cui siamo stati capaci di liberare la sua storia nella seconda stagione, improvvisamente tutto ha avuto più senso se visto a ritroso. E, andando avanti, abbiamo avuto la possibilità di creare un personaggio multilaterale. Quindi si, mi piace quella storia perché era un bulletto in molti modi e perché cos’altro saremmo stati in grado di fare con lui in 4 minuti ad episodio!??

G: Sempre su questa linea, devo chiedertelo perché è il mio preferito…Alaric? Ripeto, non ho nessuna conoscenza dei libri, quindi mi baso solo sullo show, ma adoro la sua evoluzione e la sua storia. Lo chiamiamo “Presidente del cub dei belloni”!

J: Oh mio Dio, si! Io lo chiamo “il professore sexy”. Con i miei amici dico “Il professore sexy sta per andare in onda!”. E’ stato un grande personaggio con cui ci siamo un po’ scontrati all’inizio nella seconda stagione nella quale entrò con uno scopo molto forte, che era essere un cacciatore di vampiri ma a un certo punto non c’erano più vampiri da cacciare perché era diventato amico di Damon, e di Stefan, e poi ha cominciato a uscire con Jenna – quindi chi aveva intenzione di cacciare?? Quindi abbiamo scavato un po’ di più nel suo personaggio e ci è servito un po’ di tempo per dargli uno scopo e un punto di vista personale. E una delle ragioni per cui amo quest’ultima stagione per lui è che alla fine ha trovato la sua strada di difensore dei nostri ragazzi, ma abbiamo anche potuto esplorare i suo lato oscuro e poi fare tesoro di quel suo lato e farlo tornare alla forma con cui era entrato nello show, cioè un killer di vampiri.

G: L’ultima domanda viene da uno dei nostri lettori (grazie a leiaycocho!): Come ti riguardano personalmente i personaggi principali? E, chi è il tuo personaggio preferito e perché? Quindi tre domande in realtà!

J: Sono arrivati tutti a un punto in cui mi toccano personalmente, dove semplicemente tieni a loro così tanto perché li conosci così bene! In realtà rende più difficile il lavoro di sceneggiatrice perché il racconto di una storia per la televisione è nata per essere senza conflitti e i personaggi hanno bisogno di essere in conflitto con la trama. Questo significa che i personaggi devono essere in disaccordo l’uno con l’altro. E quando ami i personaggi così tanto l’unica cosa che vuoi è che tutti se la cavino. Quindi lo rende difficile perché avrai bisogno che qualcuno prenda una strada quando qualcuno ne prende un’altra e questo mette a rischio la loro amicizia. E è doloroso perché non vuoi che litighino.

G: ma questo porta avanti lo show…

J: esatto, per questo ce n’è bisogno! Quindi li amo tutti per ragioni diverse. Mi dispiace così tanto a volte per Elena che fa male. Quando ti metti nei panni di una ragazza di 18 anni e ti rendi conto di quanto sia persa e di quanto debba essere forte per cercare di tenere tutto insieme. Divento triste per lei. Mi dispiace tanto per Stefan perché credo che abbia così tanti demoni da non sapere come affrontarli, e così se ne va per le vie estreme e vuoi solo che trovi la sua via di mezzo. Amavo Alaric perché voleva solo avere uno scopo nella sua vita. Damon è così paralizzato e disabilitato dall’amore che lo ha cambiato in tutto quello che è, e la bellezza di ciò è così pura e semplice, se solo potesse tornare indietro alla semplicità che lo rappresentava potrebbe essere un eroe e un bravo ragazzo, ma è anche troppo furbo e convinto di sé stesso per ricaderci. E è troppo autodistruttivo per farlo succedere così facilmente. E poi Caroline è solo quella ragazza che vuole essere amata così tanto e in realtà deve diventare un vampiro per diventare una ragazza da amare.

G: anche lei è una delle nostre preferite

J: io la adoro!

G: E’ fantastica. Un’altra per cui eravamo dubbiosi con la sua storia di diventare un vampiro, ma ha davvero trovato la sua forza

J: Esattamente, ha trovato la sua forza

G: Ma un singolo personaggio preferito?

J: No. Voglio dire, adoravo scrivere le scene di Damon e Alaric. Erano i miei preferiti da scrivere. Se ci fosse una storyline in un episodio che li riguardasse sceglierei sempre quella storyline da scrivere e da attuare perché amo la loro dinamica e adoro la romantica fratellanza tra di loro.

G: Quello che chiameremmo “un incontro del club dei belloni”.

J: Si! “un incontro del club dei belloni!” ahah, lo adoro!

G: Domanda bonus, visto che non mi hanno ancora buttato fuori. Sei a conoscenza della cultura che sta crescendo intorno allo show? Per esempio abbiamo un gioco di bevute basato sul ricapitolare, come un incontro del club dei belloni, o una scazzottata dei fratello Salvatore..

J: Oh, amo questo aspetto!

G: Gli sceneggiatori sono a conoscenza di tutto ciò? Pensano per esempio “oh, dovremmo mettere più giochetti pazzi di Damon con gli occhi..”

J: Ci piace essere al massimo della coscienza, come i feedback dei fans. Non possiamo aiutarci. Finiamo per trovare i giochi di bevute, e le foto di ricapitolazione e i divertenti video senza pietà. E queste cose inevitabilmente trovano il modo di raggiungerci e è il nostro modo di ammiccare ai fans e dire “oh, vi sentiamo, e questo è un pizzico divertente per dire che non state facendo il vostro lavoro a vuoto”

Come abbiamo concluso, Julie mi ha assicurato che avrebbe partecipato a uno dei nostri giochi di bevute. E per amore del suo fegato l’ho avvisata di non seguire le regole troppo alla lettera!
 
Top
littlekarin
view post Posted on 9/6/2012, 08:32




ahahahah bello il paragone DAMON-BUFFY :lol:
 
Top
-Giuly-
view post Posted on 10/6/2012, 13:22




:quoto:

e anche le scene di damon e alaric in effetti erano divertenti :)
 
Top
.Andrea.
view post Posted on 11/6/2012, 12:07




anche io trovo meraviglioso i dialoghi di damon e alaric
 
Top
aly91kat
view post Posted on 12/6/2012, 14:52




Un’intervista intima, dettagliatissima, sul passato e sul futuro di TVD. Julie Plec è senza dubbio l’anima dello show, nelle sue parole ritroviamo gioia e dolore, ma sopratutto passione per ciò che crea. Ottima ricompensa per lei il nostro amore incondizionato. Tutta la stima del mondo per il suo lavoro. Leggete quanto ha raccontato ai microfoni di Forever Young Adult…

PaleyFest01

George Bragdon parla di The Vampire Diaries con la scrittrice e produttrice esecutiva Julie Plec.

Il primo ATX TV Festival si è tenuto questo fine settimana e sono stato abbastanza fortunato da chiacchierare con l’adorabile e straordinaria Julie Plec, scrittrice e produttrice esecutiva di The Vampire Diaries.

George: Sono qui oggi come fan più che tutto il resto, ma non è sempre stato così. Ero molto scettico all’inizio. Penso che sia probabilmente dal momento in cui è spuntato fuori Alaric che ho cominciato davvero ad appassionarmi. Comunque, quello che mi ha sempre veramente impressionato da quando ho cominciato seriamente a guardare la serie è l’equilibrio di toni che lo show raggiunge, prendendosi seriamente ma non troppo e non cadendo in un completo eccesso. E’ stato difficile raggiungere questo equilibrio per gli scrittori in ogni stagione?

Julie Plec: Si. Abbiamo una regola che ci ricordiamo in continuazione e che cerchiamo di seguire a tutti i costi. Voglio dire, ovviamente alcune regole sono fatte per essere infrante, ma quando hai intenzione di seguirla, ti dà davvero un buon fondamento, ed è questa: Queste sono persone. Queste sono vere giovani persone in un mondo vero – un mondo di scienza, un mondo di storia – e che tutto quello che facciamo deve uscire in qualche modo dal punto di vista di un mondo reale. Perfino la nostra magia, cerchiamo di tenerla sempre radicata nella terra, negli elementi. Sai, naturalmente rompiamo questa regola ogni volta in preda alla disperazione. Ma se colleghiamo sempre tutto all’amore, alla famiglia, alla perdita, alla lealtà, all’amicizia, allora abbiamo trovato un modo per tenere il tono sotto controllo. Abbiamo fatto una battuta nella prima stagione “Dunque, il simbolo da promuovere era una bussola per vampiri, ma era ridicolo quindi qual è la cosa più carina, e la versione più realistica a riguardo?” E poi, naturalmente, è finita per diventare davvero…una bussola per vampiri. Ma cerchiamo sempre, sempre di riportare tutto in una visione molto umana.
E la cosa più difficile sia per me che per Kevin [Williamson – anch’egli creatore, produttore e scrittore] quando abbiamo cominciato è stato che il suo stile di scrittura da Dawson’s e da Scream era di un umorismo impertinente, ricco di aneddoti popolari, e il mio era molto vivace, energico, molto Mean Girls, nella versione di John Hughes. E entrambi abbiamo dovuto trattenere le nostre voci naturali, perché se cominci ad avere tutti i tuoi personaggi che parlano in questa grande sorta di bolla di chewing gum, consapevoli di loro stessi, costantemente sexy, allora potresti ritrovarti sull’orlo dell’eccesso. E, sapevamo che dovevamo essere diversi da Buffy.

G: Ecco, a proposito…

J: Sono una grande fan di Buffy.

G: Perché per quanto fossimo tutti dei grandi fan di Buffy, non volevamo assolutamente vedere un’altra versione di Buffy o uno show che fosse tutto impertinente e ammiccante.

J: Il bello è che abbiamo Damon. Damon finisce per essere il nostro Buffy. Damon ha la battuta pronta, un linguaggio divertente, e sarcasmo, e i dialoghi sopra il limite perché Damon stesso è così figo che la passa sempre liscia. Ma se tutti vivessero in quel mondo sovraeccitato penso che show non funzionerebbe così tanto. E chi vuole seguire i passi di Joss Whedon? Voglio dire, è lui il maestro! Quindi la prima cosa che fai è cercare di distinguerti.

G: E’ stato difficile lavorare e adattarsi ai libri originali? E’ stata una decisione saggia dare delle svolte un po’ differenti?
Confesso: non ho letto i libri quindi non posso dire esattamente quanto siano diversi; ma, per caso, siamo tornati indietro e abbiamo riguardato la prima stagione ed era alla stregua molto più del “Caro Diario”, almeno nei primi episodi, ma ci è passata sopra abbastanza in fretta.

J: I libri sono chiamati “The Vampire Diaries”, quindi sapevamo di dover avere un elemento di scrittura giornaliera. Nonostante ciò, Kevin ora li odia tantissimo – e anche quando abbiamo cominciato disse “Non vedo l’ora di sbarazzarmi di questa roba del diario”.

G: Ironico..

J: Alcuni li hanno amato, ad altri non saranno piaciuti, ma esistono. Sono “I diari del vampiro”.
Ma abbiamo sicuramente ricalcato i personaggi che ci ha dato il libro, e la città, e al mondo che i libri hanno costruito per noi. Ma a causa di Twilight e per non finire per rifare accidentalmente Buffy, abbiamo dovuto cominciare immediatamente a prendere decisioni quanto più possibile indipendenti dalla fonte così che potessimo costruire un mondo con cui essere connessi e in cui credere, in modo tale da avere la sensazione di poter percorrere tante strade differenti, piene di storia. E poi è diventato un treno travolgente. E ogni tanto pensavamo “Lo fanno questo nei libri? Credo. Non ricordo.” Sarebbe stato diverso se avessimo voluto adattare una serie come The Hunger Games o Twilight dove davvero non vuoi incasinare la trama per paura di essere aggradito dai fans dei libri. Abbiamo avuto molta più libertà.

G: Credo che un’altra delle grandi forze dello show sia un cast incredibilmente buono. A un certo punto il cast si è unito come se fosse una cosa sola? Gli elementi erano lì da subito o è stato un processo di costruzione e ridefinizione?

J: Quando organizziamo la trama abbiamo 41 minuti per presentare circa 10 personaggi, un mondo e una storia. Quindi quando consideri che la tua trama è incentrata probabilmente intorno a solo due dei personaggi, e ci sono circa otto personaggi che conquistano 2 minuti di tempo ciascuno, è molto difficile riprodurre la sostanza di un personaggio a supporto della trama. E la bellezza di una seria di lunga durata è che, teoricamente, nel momento in cui arrivi alla fine della serie i tuoi personaggi di supporto sono diventati dei co-protagonisti, se non diventano a volte dei veri protagonisti. Credo che il personaggio di Caroline sia su una strada che alla fine della serie – sempre che sopravviva – la porti ad essere uno dei protagonisti femminili più forti. Quindi quello che è divertente è l’evoluzione dei personaggi.
Da questo presupposto Tyler Lockwood, che era solo il classico bulletto, ora ha una ricca esperienza e una bella storia d’amore.

G: Si, onestamente, Tyler mi stava veramente sulle scatole all’inizio!

J: Si!! E’ veramente un buon esempio parlando di adattamento. E’ un personaggio che sapevamo sarebbe diventato un lupo mannaro, perché era un lupo mannaro nei libri. Ma sapevamo anche di non volerci arrivare troppo presto. Quindi tutto quello che abbiamo fatto per lui è stato piantare i semi per “questo è un ragazzo con problemi di gestione di rabbia”, “un ragazzo che è un bulletto”, “un ragazzo il cui padre lo maltratta”, e tutto quello che potevamo fare era alludere alla sua storia soprannaturale. Poi nel momento in cui siamo stati capaci di liberare la sua storia nella seconda stagione, improvvisamente tutto ha avuto più senso se visto a ritroso. E, andando avanti, abbiamo avuto la possibilità di creare un personaggio con più sfaccettature. Quindi si, mi piace quella storia perché era un bulletto in molti modi e perché cos’altro saremmo stati in grado di fare con lui in 4 minuti ad episodio!??

G: Sempre su questa linea, devo chiedertelo perché è il mio preferito…Alaric? Ripeto, non ho nessuna conoscenza dei libri, quindi mi baso solo sullo show, ma adoro la sua evoluzione e la sua storia. Lo chiamiamo “Presidente del cub dei figaccioni”!

J: Oh mio Dio, si! Io lo chiamo “il professore sexy”. Con i miei amici dico “Il professore sexy sta per entrare in scena!”. E’ stato un grande personaggio con cui ci siamo un po’ scontrati all’inizio nella seconda stagione nella quale entrò con uno scopo molto forte, che era essere un cacciatore di vampiri ma a un certo punto non c’erano più vampiri da cacciare perché era diventato amico di Damon, e di Stefan, e poi ha cominciato a uscire con Jenna – quindi chi aveva intenzione di cacciare?? Quindi abbiamo scavato un po’ di più nel suo personaggio e ci è servito un po’ di tempo per dargli uno scopo e un punto di vista personale. E una delle ragioni per cui amo quest’ultima stagione per lui è che alla fine ha trovato la sua strada di difensore dei nostri ragazzi, ma abbiamo anche potuto esplorare i suo lato oscuro e poi fare tesoro di quel suo lato e farlo tornare alla forma con cui era entrato nello show, cioè un killer di vampiri.

G: L’ultima domanda viene da uno dei nostri lettori (grazie a leiaycocho!): Come ti riguardano personalmente i personaggi principali? E, chi è il tuo personaggio preferito e perché? Quindi sono tre le domande in realtà!

J: Sono arrivati tutti a un punto in cui mi toccano personalmente, dove semplicemente tieni a loro così tanto perché li conosci così bene! In realtà tutto questo rende più difficile il lavoro di sceneggiatrice perché il racconto di una storia per la televisione è nata per essere senza conflitti e i personaggi hanno bisogno di essere in conflitto con la trama. Questo significa che i personaggi devono essere in disaccordo l’uno con l’altro. E quando ami i personaggi così tanto l’unica cosa che vuoi è che tutti se la cavino. Quindi lo rende difficile perché avrai bisogno che qualcuno prenda una strada quando qualcuno ne prende un’altra e questo mette a rischio la loro amicizia. E è doloroso perché non vuoi che litighino.

G: Ma questo porta avanti lo show…

J: Esatto, per questo ce n’è bisogno! Quindi li amo tutti per ragioni diverse. Mi dispiace così tanto a volte per Elena che sto male. Quando ti metti nei panni di una ragazza di 18 anni e ti rendi conto di quanto sia persa e di quanto debba essere forte per cercare di tenere tutto insieme. Divento triste per lei. Mi dispiace tanto per Stefan perché credo che abbia così tanti demoni da non sapere come affrontarli, e così se ne va per le vie estreme e vuoi solo che trovi la sua via di mezzo. Amavo Alaric perché voleva solo avere uno scopo nella sua vita. Damon è così paralizzato e disabilitato dall’amore che lo ha cambiato in tutto quello che è, e la bellezza di ciò è così pura e semplice, se solo potesse tornare indietro alla semplicità che lo rappresentava potrebbe essere un eroe e un bravo ragazzo, ma è anche troppo furbo e convinto di sé stesso per ricaderci. Ed è troppo autodistruttivo per farlo succedere così facilmente. E poi Caroline è solo quella ragazza che vuole essere amata così tanto e in realtà deve diventare un vampiro per diventare una ragazza da amare.

G: anche lei è una delle nostre preferite.

J: Io la adoro!

G: E’ fantastica. Un’altra per cui eravamo dubbiosi con la sua storia di diventare un vampiro, ma ha davvero trovato la sua forza.

J: Esattamente, ha trovato la sua forza.

G: Ma un singolo personaggio preferito?

J: No. Voglio dire, adoravo scrivere le scene di Damon e Alaric. Erano le mie preferite da scrivere. Se ci fosse una storyline in un episodio che li riguardasse sceglierei sempre quella storyline da scrivere e da attuare perché amo la loro dinamica e adoro la romantica fratellanza tra di loro.

G: Quello che chiameremmo “un incontro del club dei figaccioni”.

J: Si! “un incontro del club dei figaccioni!” ahah, mi piace!

G: Domanda bonus, visto che non mi hanno ancora buttato fuori. Sei a conoscenza della cultura che sta crescendo intorno allo show? Per esempio abbiamo un gioco di bevute basato sul ricapitolare, come un incontro del club dei belloni, o una scazzottata dei fratello Salvatore..

J: Oh, amo questo aspetto!

G: Gli sceneggiatori sono a conoscenza di tutto ciò? Pensano per esempio “oh, dovremmo mettere più giochetti pazzi di Damon con gli occhi..”

J: Ci piace trovarci al massimo della conoscenza, come i feedback ai fans. Non possiamo aiutarci. Finiamo per trovare i giochi di bevute, e le foto di ricapitolazione e i divertenti video senza pietà. E queste cose inevitabilmente trovano il modo di raggiungerci ed è il nostro modo di ammiccare ai fans e dire “oh, vi sentiamo, e questo è un pizzico divertente per dire che non state facendo il vostro lavoro a vuoto”.

Come abbiamo concluso, Julie mi ha assicurato che avrebbe partecipato a uno dei nostri giochi di bevute. E per amore del suo fegato l’ho avvisata di non seguire le regole troppo alla lettera!
 
Top
aly91kat
view post Posted on 21/6/2012, 15:37




Julie Plec parla ancora una volta del sul suo lavoro di produttrice esecutiva alla convention AXT Festival di Dallas su lavori passati e futuri e ovviamente do The Vampire Diaries. Nell'intervista rilasciata per Honest Reviews Corner, scopriamo ancora nuovi dettagli sulla mamma dello show, sulla sua scrittura e alcuni dei momenti tv che ha amato di più.. a Mystic Falls e a Capeside!


Intervista esclusiva con la Produttrice Esecutiva di The Vampire Diaries Julie Plec al ATX Festival

Julie Plec è molto conosciuta per il suo ruolo di Produttrice Esecutiva e sceneggiatrice per The Vampire Diaries. Con la sua ammirabile abilità di fare giochi di prestigio per i suoi impegni di produttrice e scrittrice con entusiasmo e passione, la Grande Mente di Mystic Falls ha creato un incredibile show televisivo con eccellenti indici d’ascolto e tantissimi fans. Honest Reviews Corner ha avuto l’opportunità di incontrare la voce dietro The Vampire Diaries al ATX Festival tenutosi da poco a Austin, in Texas.

Q: Come ha fatto a farsi coinvolgere dalla scrittura in modo così originale?
Julie: Ero la development executive, che essenzialmente vuol dire che lavoravo con altri produttori e registi e cineasti. Li aiutavo con i loro progetti, li aiutavo a far venire loro delle idee, e a capire come strutturare le loro idee. Ero la loro spalla. L’ho fatto anche con Kevin per un po’. Negli anni ho aiutato altri scrittori, e non ho mai pensato a me stessa come una scrittrice finchè non mi sono resa conto che stavo scrivendo e che avrei scritto per un bel po’ di tempo. Ho avuto l’opportunità di scrivere un copione nel programma che stavo producendo “Kyle XY”, e mi è piaciuto molto. E da quel momento ero una scrittrice!

Q: Ti piace leggere molti libri come “The Fault in Our Stars”. Hai un libro preferito?
J: Si, quel libro mi piace così tanto! Non ho un vero preferito, perché cambia tutte le volte che leggo qualcosa che mi piace. “The Fault in Our Stars” e “The Book Thief” sono i due libri che negli ultimi due anni mi hanno davvero lasciata a bocca aperta. Li amo così tanto. E’ buffo perché sono entrambi romanzi per giovani adulti. Non sono affatto da giovani per me. Sono storie bellissime con pianti così emozionanti.

Q: Hai letto The Vampire Diaries prima di firmare per fare lo show?
J: Ci era stato dato per vedere se fosse un progetto che volessimo fare. Ho letto i primi tre libri in un giorno e mezzo per vedere se fosse un mondo che volevamo esplorare.

Q: Sei amica di molti altri scrittori, c’è uno scrittore con cui non hai avuto l’opportunità di lavorare ma con cui vorresti lavorare?
J: Non ho mai incontrato Joss Whedon, e sono una grande fan di Buffy. Amo i personaggi e la voce che dà loro. Amo il mondo che ha creato. Amo il modo in cui conquista i fans e in cui ispira quelli che lavorano con lui. Spero di poter un giorno sedere a un tavolino con lui e ispezionargli la testa.

Q: La battuta “once more with feeling” era un riferimento a Buffy?
J: Non ricordo. Vorrei dire di averlo fatto davvero, ma potrei inventarmelo! So che Ian l’ha detto in entrambi i modi. Hanno usato un’alternanza e ho fatto mettere “once more with feeling” per via dell’episodio. Non ricordo se ho scritto la battuta o no, quindi non posso prendermi tutto il merito.

Q: Siamo ad Austin. Chi è il tuo personaggio preferito di FNL?
J: Adoro quello show! E’ difficile perché mi piacciono tutti per ragioni diverse. Naturalmente tutti amano Riggins. E’ il personaggio più sessista, ridicolo, favoloso e meraviglioso. Poi c’è il Coach Taylor che l’uomo più perfetto del mondo. Non c’è nessuno meglio del Coach Taylor, se non forse Tami Taylor che è la donna più perfetta del mondo. Non vedo l’ora di vedere “Nashville” per vedere cosa farà Connie Britton. Ero una grande fan della relazione Saracen – Landry. Adoravo Landry. Mi ha fatto ridere così tanto. Poi alla fine non avrei mai pensato di poter amare qualcuno più dei personaggi con cui sono stata per tre anni e poi è arrivato Vince. Vince era fantastico. FNL non aveva anelli deboli. Era così perfetto!

Q: Adesso stai lavorando al film “Tiger’s Curse”. Preferisci i film o la televisione?
J: Questo è il mio primo film. La cosa divertente è stato scavare dentro un nuovo mondo, una nuova storia e nuovi personaggi. La cosa difficile è che lo devi far entrare in 110 pagine. E’ un modo totalmente diverso di guardare. Non puoi presentare qualcuno e poi sospenderlo per sei episodi. Devi avere un inizio, un mezzo e una fine. Cosa a cui non sono abituata.

Q: Sia The Vampire Diaries che Dawson’s Creek hanno molti episodi lacrimosi. Qual è stato il più lacrimoso per te?
J: Come puoi non piangere durante l’episodio finale di Dawson’s Creek? Faceva il cuore a pezzi. Mi ha fatto piangere il finale della serie uno con Joey fuori dalla prigione. In TVD ho pianto più di tutti guardando Rose morire con Damon durante il suo sogno. Quella scena mi ha ucciso. Alaric nel cimitero mi ha fatto singhiozzare quando l’ho visto per la prima volta. Anche nell’episodio dei fantasmi della terza stagione quando Anna trova la madre ho pianto.

Q: Hai un team in DC o TVD?
Amavo Pacey, perché amo Joshua Jackson. Ricordo di aver parlato con Kevin del fatto se Joey avesse dovuto scegliere Pacey o Dawson. Ero indecisa all’inizio perché c’erano ragioni valide per entrambi. E’ il modo in cui guardo le relazioni. Una ti si presenterà come la scelta giusta, perché il cammino ti porterà là. Se scrivi sapendo come finirà, perderai tante opportunità durante la strada. Per TVD, sono team Salvatore. Il percorso che so di voler vedere in TVD è quello tra Stefan e Damon. Li voglio vedere amarsi di più come fratelli alla fine della serie molto più dell’inizio. Spero ci arriveremo, ma forse il percorso ci porterà in direzioni diverse.

Q: quale è stato il tuo cambio di trama che ti è piaciuto di più in TVD?
J: Quando parlavamo della seconda stagione Kevin mi ha proposto la scena in cui Damon prova a baciare Elena e lei lo respinge. Poi Damon si arrabbia e uccide Jeremy. Ho pensato “Coooooooosaaaaaa?? Sei fuori di testa??” Da quando ho avuto quella reazione estrema ho realizzato che sarebbe stato perfetto per il primo episodio della seconda stagione. Stavamo dicendo che poteva succedere tutto e che la stagione due sarebbe stata pazza tanto quanto la prima!

Q: Chi è il personaggio per cui ti piace più scrivere in TVD?
J: La più facile era Caroline, perché è così divertente e spumeggiante. Adoravo scrivere le scene di Damon e Alaric, specialmente al bar, e non vedevo l’ora di scrivere le scene dolce – amare di Damon e Alaric. Damon è un duro. Kevin è grande con le battute quindi c’è più pressione quando cerco di scrivere per Damon. Vivo cercando di raggiungere la grandezza di Kevin. Amo Elena profondamente, ma è difficile scrivere per lei. L’eroina è sempre la più difficile da scrivere. Deve essere forte e sicura, ma complicata e dinamica allo stesso tempo. E’ complicato.

jpg
 
Top
5 replies since 8/6/2012, 19:37   40 views
  Share