Secrets

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[william;]
view post Posted on 3/7/2012, 14:51




Titolo: Secrets
Fandom : (nome/i serie contenute nella fanfiction): nessuno
Breve riassunto o introduzione: Secrets racconta le avventure di sei ragazzi: Den, Sharon, Gabriel, Shaun, Jasmine e Liam. Ognuno di questi ragazzi ha un segreto. In seguito ad un messaggio enigmatico, da parte di un numero misterioso, la loro vita cambierà, e i ragazzi, saranno divisi tra bugie, e verità.


PARTE 1



La bottiglia girava molto velocemente, ma dopo pochi secondi si fermò – “Tocca a te, Den” – disse Sharon, entusiasta – “Ovviamente scelgo bacio” – rispose il ragazzo, guardando, provocatorio, Jasmine, ma la bottiglia si fermò davanti Shaun – “Cosa?” – replicò questo, gli altri risero ma Den si avvicinò – “Siamo tra amici, non devi vergognarti” – Den si avvicinò a Shaun, e lo afferrò ma Shaun lo respinse – “Ha detto che non vuole” – si arrabbio Jasmine – “Devi fare sempre lo stupido” – lo rimproverò Liam – “Stava solo scherzando” – lo difese Gabriel, i ragazzi poi, continuarono a giocare, e a divertirsi, fino a notte fonda.
Riverside è una città degli Stati Uniti, situata in California. Non è una città molto grande, ed è circondata dal verde.
Quella mattina, Den si svegliò, e si precipitò in cucina, dove trovò i suoi genitori – “Buongiorno” – li salutò – “Ciao tesoro” – rispose la madre del ragazzo, una bella donna, dai capelli rossi, e gli occhi verdi – “Come mai così eleganti?” – chiese il ragazzo – “Un pranzo con dei clienti” – rispose, il padre, alto e dagli scuri capelli e occhi neri – “Divertiti a scuola” – disse la signora Spenser, prima di salutare il figlio, e dirigersi fuori casa, col marito. Den, così, andò di sopra a prepararsi. Den aveva 17 anni, ed era un ragazzo abbastanza alto, e robusto, e avevi i capelli biondi. Il suo punto forte era la sua determinazione, che a volte sfiorava i limiti della presunzione. Den era molto popolare tra i suoi coetanei, e il suo sport preferito era il calcio. Quella mattina, Den, ricevette un messaggio sul suo tecnologico iPhone: “Fatti trovare dietro scuola, verso le 14, e porta i soldi”, Den lo lesse, poi sorrise maliziosamente.
Liam, invece, stava scrivendo al computer – “Da quando mamma è morta, papà cerca sempre di fare il massimo per me e Nicholas, io lo apprezzo e sono fiero di lui, ma fin quando potrà durare questa situazione? D’altronde era la mamma che tirava avanti la baracca, e papà sta ancora cercando lavoro. Ti aggiornerò presto. Liam” – “Cosa scrivi?” – gli chiese il padre, vedendolo digitare al computer – “Niente, come sai, ho un diario, ci stavo scrivendo delle cose” – rispose, pacato, il ragazzo – “Capisco” – asserì il padre – “Sai, oggi, ho un colloquio di lavoro” – “Interessante” – rispose Liam, e il padre annuì – “Spero solo di poter trovare un lavoro, per non umiliarti” – “Papà” – lo rimproverò il figlio – “Capisco quanto la vita sia difficile, fai questo colloquio, e non pensare a me, io sono fiero di te” – Liam lo abbracciò – “Ora vado a scuola” – il ragazzo, poi, uscì di casa. Liam, aveva i capelli marroni, e lunghi, e aveva un viso molto dolce. Il ragazzo uscendo di casa, controllò il telefono e vi trovò un messaggio: “Sei stato fantastico, Anna” – Liam deglutì, poi cancellò il messaggio.
Sharon pettinava i suoi lunghi capelli ramati – “Tesoro, vado a scuola, vuoi un passaggio?” – “No, mamma tranquilla, entro alla seconda ora, ma tu vai pure” – la signora annuì – “Sono così emozionata” – rispose la donna – “Ti capisco, è il tuo primo giorno da insegnante di letteratura, ma ce la farai, vedrai” – disse Sharon, che poi si alzò, e andò ad aprire il suo armando gigante – “Anche io sono emozionata per il mio primo giorno di scuola, sai? Il vestito rosso?” – Sharon guardò la madre – “Troppo aggressiva” – “Quello giallo?” – “Non mi piacciono i colori tenui” – “Ok, metterò dei jeans e una maglietta” – esclamò Sharon chiudendo l’armadio – “Ora vado, ciao tesoro” – la madre baciò la figlia, sulla guancia, e poi l’accarezzò – “Fai la brava” – poi uscì dalla camera, Sharon sorrise. Sharon era una ragazza molto spigliata, e allegra. Ma poi la sua attenzione venne colta da un messaggio, così prese il cellulare e lo lesse: “Tua madre è andata via?” – lei rispose con un “Si, muoviti” – e la risposta fu veloce e immediata – “Arrivo”.
Gabriel e Shaun vivevano sotto lo stesso tetto, erano fratellastri. Shaun era stato adottato dalla famiglia Hale, 4 anni fa, quando aveva 13 anni. Era di origine australiana, aveva i capelli marroni, così come gli occhi, che erano molto profondi. Gabriel, invece aveva i capelli e gli occhi neri, come la pece. Questo era un ragazzo molto vanitoso, a differenza di Shaun, che era molto umile. – “Metti cosa capita” – disse Shaun, davanti alla porta – “Devo decidere bene” – rispose Gabriel – “Credi che io consideri lo shopping uno sport? Devo mettere quello che ho comprato, e deciderlo come abbinarlo” – “Sei una palla” – disse Shaun, sarcastico, che poi scese giù e trovò un biglietto – “Io, e papà siamo al lago, come vi avevamo detto, fai il bravo e dai un’occhiata a Gabriel” – Shaun sorrise – “Mamma e papà mi hanno lasciato un biglietto” – Gabriel scese le scale, e lo prese – “Ma è solo per te?” – “Certo Gab” – asserì il fratellastro – “L’hanno lasciato a quello che si sveglia prima” – rispose pungente – “Ma come siamo spiritosi” – ribatté Gabriel – “Io ora vado a scuola, con Jasmine, vieni con noi?” – “No, andate pure, chiamerò Sharon” – Shaun sorrise, diede una pacca sulla spalla al fratello, e uscì di casa.
Shaun davanti casa incontrò Jasmine. Jasmine aveva i capelli lunghi, e neri, ed era una bellissima ragazza – “Sei venuta a prendermi?” – chiese Shaun – “Sei così dolce” – asserì poi, il ragazzo, che la baciò – “Andiamo” – Jasmine lo prese per mano, e i due si diressero a scuola.
Gabriel e Sharon entrarono a scuola, e si avviarono verso Den – “Ciao ragazzi” – li salutò, il giovane – “Ciao, avete visto Shaun e Jasmine, sono già arrivati?” – chiese Gabriel – “Perché ti interessa così tanto, ti piace la ragazza di tuo fratello?” – lo provocò Dan – “A lui no, ma potrebbe piacere a te” – rispose Sharon, a tono – “Oh, la piccola Sharon difende l’amico del cuore? Tutti vorrebbero farsi Jasmine, compreso me, ma a Gabriel, piace molto di più, vero?” – “Sei un maiale” – rispose la ragazza – “Lascialo stare” – intervenne Gabriel – “Ma perché ti ostini a difenderlo così tanto?” – chiese Sharon – “Perché porta rispetto per me, cosa che dovresti fare anche tu, non credi?” – esclamò Den – “Ma guardate chi arriva” – il gruppo venne raggiunto da Liam – “Il verginello ha qualche novità?” – chiese Den, e Gabriel scoppiò a ridere – “Io non ti sopporto più” – gli gridò contro Sharon, che lo spinse e se ne andò, così come Liam, Gabriel li guardò – “Avrò la mia vendetta” – disse Den – “Vuoi andare con loro? Sei libero” – Gabriel abbassò il capo – “Ma se lo farai dirò a tutti chi è veramente Gabriel” – Den lo guardò, con sguardo perfido.
“Non devi essere nervosa, lo conosciamo, è il nostro Den” – disse Jasmine, a Sharon – “Andiamo a scuola insieme da quando eravamo dei bambini” – intervenne anche Liam – “Questo non gli da il diritto di trattarci come degli idioti” – “A me non è mai piaciuto” – disse Shaun – “Shaun” – lo rimproverò Jasmine – “Tu lo conosci da poco, ma non è un cattivo ragazzo” – “E sei ancora arrabbiato con lui per quella serata insieme, quando abbiamo giocato con la bottiglia” – aggiunse Liam – “Tu non lo saresti? Voleva baciare la mia ragazza, e quando sono uscito io, voleva baciare me, è uno psicopatico” – asserì Shaun, sicuro – “Mi dispiace così tanto per Gabriel, è quello che di più sente la sua influenza” – disse, Sharon, triste – “Gli parlerò io” – la rassicurò Shaun. Poi un telefono trillò, era quello di Jasmine – “Chi è?” – chiese Shaun – “Niente, mia madre” – Jasmine mise, in fretta, il telefono nella borsa – “Devo proprio scappare” – la ragazza andò a baciare Shaun, salutò gli altri e se ne andò. I tre ragazzi, vennero raggiunti, poi, da un professore – “Ciao, professore” – lo salutò Sharon – “Ciao ragazzi, volevo dirvi che il consiglio degli insegnanti ha deciso” – “Riguardo cosa?” – chiese Liam – “Riguardo le persone più meritevoli da mandare agli stage europei” – “Davvero? E chi è stato scelto?” – chiese Shaun – “Tu di certo, Shaun, congratulazioni” – Shaun sgranò gli occhi, era felicissimo – “E ovviamente, senza alcun dubbio, in seguito a tutti i voti altissimi riportati dalla prima superiore ad oggi, il signorino Liam Morris” – il professore poi li salutò, e Sharon si congratulò con i ragazzi – “Non sei contento, Liam?” – “Molto” – mentì Liam, preoccupato.
Dietro la scuola, intanto, Den uscì da un garage, e aveva con se, un pacco. Gabriel invece era a pochi metri da lui – “Gab” – lo salutò Den – “Cos’hai in quel pacco?” – “Niente, non sono tuoi problemi” – rispose Den, arrogante – “E tu cosa fai?” – “Lo sai cosa faccio” – rispose Gabriel, nervoso. Dopo poco, i ragazzi vennero raggiunti da Jasmine, Den gli sorrise, ma la ragazza andò a baciare Gabriel – “Prima o poi vi scopriranno” – “Non se tu tieni quella boccaccia chiusa” – rispose Jasmine. I loro telefoni suonarono, insieme, e i ragazzi straniti li presero – “Cosa diavolo significa?” – disse Den, Gabriel mostrò il messaggio a Jasmine – “Ma è lo stesso che ho ricevuto io” – i tre si guardarono, spaventati.
Ma il telefono trillò anche per Liam, Shaun e Sharon – “Chi sarà mai?” – si chiese la ragazza – “Tua madre?” – chiese Liam – “No” – rispose Sharon, che poi, lesse anche quello di Shaun – “E’ lo stesso, ed è arrivato a tutti e tre” – esclamò, stranito, Liam.


Cosa c’era scritto? “Tre persone possono tenere un segreto, se due di loro sono morte. [cit. Benjamin Franklin]

Edited by [william;] - 4/7/2012, 19:12
 
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aly91kat
view post Posted on 3/7/2012, 15:03




è stupenda cavoli :) bravissimo!!!!!! ma hai fatto tutto di tua fantasia???? :D
 
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[william;]
view post Posted on 3/7/2012, 15:04




yes :)

grazie comunque ^_^
 
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jasper-hale-cullen
view post Posted on 4/7/2012, 09:03




bellissima william complimenti!!!! ;)
 
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[william;]
view post Posted on 4/7/2012, 18:10




Grazie Jasper ^_^ ^_^


PARTE 2



Sharon e Jasmine erano sul letto, a studiare, e parlare – “La rivoluzione russa è più noiosa di quel ragazzo russo che conobbi in campeggio” – esclamò Sharon – “Io, invece, credo che sia” – “Stop, Jasmine” – la interruppe Sharon, Jasmine rise – “Non voglio sentire la tua lunga e noiosa psiconalisi sulla noiosa rivoluzione russa” – continuò, ironica, la ragazza - “Oook, ma allora di cosa parliamo?” – chiese Jasmine – “Di quel messaggio” – asserì, diretta, Sharon – “Ancora? Sarà stato uno scherzo di Den” - cercò di rassicurarla Jasmine - “Ma era un messaggio da un numero anonimo” – “E credi che Den non riesca ad inviare un messaggio con l’anonimo? Quel ragazzo è furbo quanto stronzo, Shà, e tu devi stare tranquilla” – Jasmine le accarezzò i capelli.
Qualcuno bussò alla porta, e dopo pochi secondi entrò nella stanza, era la madre di Jasmine – “Ho preparato dei biscotti” – la signora li posò sulla scrivania – “Grazie signora Combs” – ringraziò Sharon – “Di niente” – la signora sorrise – “Ah, Jasmine, ricordati che alle 9 c’è l’adunanza” – “Si, mamma” – rispose la ragazza, poi la donna uscì dalla stanza – “Ti rompi?” – chiese Sharon – “E che vorrei passare del tempo con Shaun” – “Vi vedrete domani, a scuola, non disperare” – dichiarò Sharon. Un telefono suonò – “E’ il mio” – disse Jasmine, e Sharon che era più vicina lo prese – “Leggimelo, è di Shaun?” – chiese all’amica – “No, è anonimo, di nuovo” – “Maledetti scherzi” – Jasmine si avvicinò e le ragazze insieme lessero il messaggio – “Ma pensi davvero che andrai in cielo?” – Jasmine deglutì – “Jas, che significa? Cosa vuol dire?” – chiese Sharon, preoccupata – “Questa frase viene usata spesso da noi, i testimoni di Geova, e spesso viene usata anche per prenderci in giro” – le rispose Jasmine, triste – “Scopriremo chi ha mandato questo messaggio, te lo prometto” – Sharon l’abbracciò, e Jasmine ricambiò.
Shaun giocava a tennis, e quella sera, aveva appena finito di allenarsi, così entro nello spogliatoio – “Sei stato bravo” – si congratulò un ragazzo, e Shaun gli sorrise – “Io sono Richard, piacere” – i due si strinsero la mano – “Io sono Shaun” – “Ti conosco, ti conoscono tutti a scuola, sei bravo” – “Grazie, sei troppo gentile” – Richard posò il suo borsone nell’armadietto – “Non ti ho mai visto, sei nuovo?” – “Si” – rispose Richard – “Sono del New Jersey, e sono arrivato giusto da qualche settimana” – spiegò Richard - “E’ stato un piacere conoscerti, Richard” – “Anche per me, ogni tanto potremmo prenderci una birra, che ne dici?” – “Ma certo” – rispose, cordialmente, Shaun, poi, Richard lo salutò e uscì dallo spogliatoio. Il telefono di Shaun suonò – “Deve essere Jasmine” – così il ragazzo lo prese, ma anche lui aveva ricevuto un messaggio da un numero anonimo – “Ha fame di te” – Shaun sgranò gli occhi, poi, lo cancellò in fretta, prese il suo borsone, lo mise nell’armadietto e lasciò lo spogliatoio, spaventato.
Liam era nel salotto, con suo padre – “Sono proprio felice di aver trovato lavoro in quel centro commerciale” – esclamò, contento, il signor Morris – “Si, papà, è proprio una bella cosa” – continuò il ragazzo, entusiasta – “Cosa farai di preciso?” – si interessò, poi, Liam – “Aiuterò con la merce da spostare, con le consegne, e cose del genere” – rispose il padre – “Ora se permetti, non vorrei fare ritardo, questo lavoro è importante, e ti serviranno soldi per spostarti in Europa” – asserì l’uomo – “Ma papà, non è sicuro che io ci vada, serviranno molti soldi e” – “Per una volta fammi fare il padre” – lo interruppe il signor Morris – “Ho parlato col preside, è un’esperienza da non perdere, e tu ci andrai” – John, così si chiamava, poi salutò il figlio e uscì di casa. Liam guardò suo fratello, Nicholas, aveva 4 anni, e stava giocando su un tappeto, con dei pupazzi. L’attenzione di Liam, però, venne colta dal suono del campanello, così andò all’entrata per aprire la porta. Era una signora, molto di classe, e non molto giovane, ma sicuramente era una bella donna – “Ciao Liam” – lo salutò, sorridendogli – “Cosa c’è?” – rispose il ragazzo, intimidito – “Sono due notti che manchi agli appuntamenti, ti è dato di volta il cervello?” – chiese, la donna, nervosa – “Io sono stato impegnato, e comunque, avevo intenzione di licenziarmi, non voglio più lavorare” – la donna sgranò gli occhi – “Sai che c’è un contratto? Un contratto che ti tiene legato a quel lavoro per altri 4 mesi, quindi, se vuoi annullarlo servirà l’aiuto di un adulto, e di un avvocato” – la signora scoppiò a ridere – “E non credo che tu abbia ne i soldi per pagarlo, ne il coraggio di dire a tuo padre di questo lavoro” – Liam abbassò il capo – “Mi sta minacciando? Potrei denunciarla, se la polizia scopre il suo lavoro l’arresterà” – esclamò Liam, con tono deciso – “Ok, denunciami, ma ti servirebbe? Come sai questa è una piccola città, e le voci girano, così, io, entro due giorni uscirei dalla prigione, pagando la cauzione, e il tuo segreto verrebbe svelato” – disse la donna determinata – “Piccolo Liam” – la signora lo accarezzò – “Anna era così entusiasta, ma non solo lei, lo erano tutte, tu dovresti lasciare la scuola, dovresti dedicarti a questo lavoro completamente” – “Lei è una pazza” – gridò Liam, togliendosi le mani della donna, dal viso – “Ci vediamo domani sera, alle 9” – ribadì la donna, sorridendo maliziosamente, poi Liam chiuse la porta, e si lasciò scivolare lentamente a terra – “Fratellone, mi aiuti a fare i compiti di matematica?” – gli chiese Nicholas – “Vengo subito, tu inizia” – rispose Liam, preoccupato, quasi disperato. Poco dopo il suo telefono trillò, era, ancora una volta, un messaggio anonimo e lui lo lesse ad alta voce – “Ci sono persone, che amano talmente tanto le bugie, che non credono nemmeno a se stessi. [cit. Luna del Grande]” – Liam era sconcertato e impaurito.
La mattina dopo, Gabriel con fare furtivo, raggiunse il retro della scuola, e dopo poco venne raggiunto, da Jasmine – “Eccoti” – Gabriel gli corse incontro e la baciò – “Non posso stare molto, dovrò dividere la ricreazione tra te e Shaun” – disse Jasmine, e Gabriel annuì dispiaciuto – “Non fare quella faccia, lo sai che sto con lui, e che ora non dovrei essere qui” – gli disse Jasmine – “Ma io sono geloso, sono geloso che un altro ragazzo possa baciarti, toccarti, stare con te, e soprattutto che possa farlo davanti a tutti, all’esterno” – spiegò Gabriel, afflitto, ma Jasmine lo baciò – “Ma voglio bene anche a Shaun” – continuò lui – “Ed è per questo che la nostra relazione deve rimanere un segreto” – sostenne Jasmine, poi i due si guardarono, i loro occhi erano persi e smarriti, ognuno nello sguardo dell’altro. Poco dopi secondi, Gabriel e Jasmine si baciarono, passionalmente. Qualcuno, da dietro i cespugli, li stava spiando.
Quel qualcuno, poco dopo prese un cellulare e fece una sequenza di foto, poi rimase lì a guardarli. I due vennero interrotti poi, dallo squillo di un telefono – “E’ il mio” – disse Gabriel, estraendolo dalla tasca – “Non mi dire che” – “E’ un numero anonimo” – dichiarò il ragazzo, interrompendo Jasmine. I due poi lessero il messaggio – “Amore e tosse non si possono nascondere. [cit. Ovidio]” – Gabriel, e Jasmine prima si guardarono, poi ispezionarono cosa avevano intorno. Cosa stava succedendo?
Intanto a casa Smith, Sharon stava baciando … Un poliziotto – “Ora basta, devo scappare” – disse lo sbirro – “Ho la macchina parcheggiata sul retro, ti amo piccola” – il ragazzo baciò ancora una volta Sharon – “Anche io” – rispose, dolcemente, la ragazza. Il poliziotto uscì di casa, e qualcuno dall’altra parte della strada, nascosto dietro una macchina, scattò delle foto.
Sharon intanto era in cucina, quando qualcuno bussò alla porta, e si precipitò ad aprire, era Den – “Ciao Sharon” – la salutò il giovane – “Entra” – lo invitò Sharon, e i due si diressero in salotto – “Vuoi qualcosa?” – chiese la ragazza – “No” – rispose lui, deciso, mentre continuava a scrutare la ragazza – “Den? Cosa sei venuto a fare?” – gli chiese, seccata – “Ieri ti sei comportata male, e sono venuto a cercare vendetta” – rispose Den – “Tu sei malato” – asserì Sharon, indietreggiando. Den, a quel punto, prese il suo iPhone e mostrò delle foto a Sharon, che ritraevano Michael, l’agente di polizia, uscire da casa sua – “Ma come?” – chiese Sharon, sconcertata – “Come ho avuto le foto?” – finì la frase Den – “Le ho scattate, e le stamperò per poi mostrarle a tua madre, e distribuirle a scuola” – sentendo quelle parole Sharon si lanciò, letteralmente, su Den, cercando di prendere il cellulare ma Den la spinse – “Giù le mani” – sbraitò il ragazzo – “A tutte le ragazze della mia età piacciono i ragazzi più grandi” – cercò di difendersi Sharon – “Certo, a tutte le ragazze di 17 anni piace il compagno diciottenne dell’ultimo anno, ma non di certo a tutte le ragazze piace il venticinquenne poliziotto della città” – sostenne Den – “Ma capisco che, in seguito alla propagazione di queste foto, le conseguenze potrebbero essere veramente drammatiche sia per te che per il tuo poliziotto” – continuò il ragazzo – “E quindi voglio proporti un accordo” – “Spara” – lo interruppe Sharon, così Den digitò qualcosa sul suo cellulare, e poi mostrò altre foto all’amica, questa volta con soggetti Gabriel e Jasmine.
Sharon era incredula – “Non ho parole” – espose – “Io stamperò queste foto, e quello che ti chiedo è di distribuirle, di darle a Shaun, di attaccarle nella bacheca scolastica, in palestra, nel cortile della scuola” – “Non lo farei mai” – lo fermò Sharon – “Quello che farò è parlarne con Jasmine, e cercare di farla ragionare, di farle dire la verità” – dichiarò la ragazza – “Questo vuol dire essere amici, Den” – Sharon lo guardò speranzosa – “Non posso tenere troppi segreti, sta a te scegliere, le foto del poliziotto che esce da casa tua o le foto di Gabriel e Jasmine?” – domandò, malignamente – “Perché allora non le rendi pubbliche entrambi, tu?” – gli chiese Sharon – “Credi veramente che io sia così stronzo? Voi siete miei amici, quello che voglio fare è proteggervi e un giorno mi capirai” – spiegò Den, equilibrato – “Chiamami” – Den poi si diresse verso la porta, e uscì. Sharon non credeva a quello che gli stava succedendo. Il suo telefono squillò, anche lei, aveva ricevuto un messaggio anonimo, e lo lesse, con voce tremante – “Una scelta, impone, sempre una rinuncia” – Sharon cancellò il messaggio, e buttò il cellulare sul divano, una lacrima le rigò il viso.
Qualcuno con dei guanti rossi, prese una cartella, e ne tirò fuori delle foto, che sistemò in fila, la prima foto ritraeva Den, un’altra Liam, e a seguire Sharon, Shaun, Jasmine e Gabriel. Una volta sistemate, questa persona prese un pennarello, e disegnò una croce rossa su Den, cosa significava?
 
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littlekarin
view post Posted on 5/7/2012, 14:42




ommio dio william ...... complimenti!!!! :D :D :D che bella cavoli!!!!
 
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-Giuly-
view post Posted on 5/7/2012, 19:26




wow william super complimenti!!!!! come ti è venuta l'idea???
 
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[william;]
view post Posted on 5/7/2012, 21:57




Grazie ragazze :3 Siete dolcissime ;)

Comunque io scrivevo già Rewitched, una serie su Streghe, ma avevo già scritto una serie su Buffy. Diciamo che mi cimentavo sempre nel mondo fantastico, così ho pensato: voglio provare con qualcosa di diverso, e ho ideato questo storia sul stile GIALLO :)
 
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mary-cullen
view post Posted on 6/7/2012, 15:00




dio william che bella!!!! sei davvero bravo e mi piace tantissimo come scrivi :)
 
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[william;]
view post Posted on 8/7/2012, 09:25




Grazie ^_^ Siete molto gentili :)


PARTE 3



Ospedale di Riverside
Gabriel era nel letto, addormentato, e Jasmine lo stava osservando, da fuori la stanza.
“E’ proprio lì” – la signora Hale indicò la camera di Gabriel, a Liam, che raggiunse l’amica.
“Come sta?” – chiese Liam, apprensivo.
“Si riprenderà!” – rispose Jasmine, agitata – “Il braccio è rotto, ma nient’altro di grave” – spiegò la ragazza.
“Capisco” – asserì Liam – “Sharon è venuta?” – chiese, poi, il ragazzo.
“Non parlarmi di quella stronza” – esclamò Jasmine, furiosa – “Ti prego, Liam” – e Liam annuì. I ragazzi, poi, vennero raggiunti dal signor Hale, Jack, il padre di Gabriel e Shaun.
“Salve, signor Hale” – lo salutò, educatamente, Liam.
“Ciao ragazzi” – ricambiò Jack – “Sono contento che siate qua, vicino a Gabriel, vicino a noi” – e Jasmine, e Liam sorrisero – “Volevo chiedervi, voi siete così molto uniti, ma come mai hanno litigato? Io, e mia moglie, credevamo andassero d’accordo” – spiegò il padre dei ragazzi.
“Come ha detto lei, si adoravano, non sappiamo altro” – evidenziò Liam, schietto.
“Capisco, vi lascio in pace, e grazie ancora di essere qui” – Jack salutò Liam e Jasmine.
“Non potremmo mentirgli ancora per molto, presto le voci arriveranno anche a loro” – illustrò Jasmine – “E quando succederà l’ultima persona che vorranno in visita sarò io” – disse la ragazza, preoccupata.

12 ore prima
Nella palestra scolastica, Gabriel e Shaun, sdraiati sul tappeto apposito, stavano facendo degli esercizi, per gli addominali.
“Caroline ti sta guardando” – disse Shaun, a Gabriel – “E non è la prima volta, gli piaci, è evidente”.
“No, non credo, e non m’interessa” – rispose Gabriel, disinteressato.
“Oh, è mio fratello Gabriel che parla? Esci da quel corpo, Satana” – Shaun prese in giro il fratello, che scoppiò a ridere.
“Cos’è? Non mi piace, e in questo periodo non ho voglia di conoscere nessuna ragazza” – asserì Gabriel.
“Capisco” – Shaun gli sorrise. Il gruppo, poi, venne raggiunto da Den, che posò il suo tappetino a terra, vicino a quello degli amici, e si sdraiò.
“Ciao Romolo e Remo” – esordì Den, provocatorio.
“Chi è Romolo, e chi Remo?” – chiese Shaun, interessato.
“Non ricordo il nome, ma tu sei quello che muore” – esclamò Den, mentre Shaun e Gabriel lo guardarono, straniti – “Scherzavo, chiamasi ironia, siamo nell’America degli anni 2000, non nella Germania nazista”.
“Conosci la storia più di quanto vuoi farci credere, caro Den” – disse Shaun.
“Sai, ieri sera ho dovuto studiare, una palla” – spiegò il ragazzo – “Ma, dimmi della tua serata Shaun, che hai combinato?”.
“Sono stato con Jasmine” – rispose Shaun, determinato – “Abbiamo cenato insieme, visto un film e”
“E cosa?” – lo interruppe Den, interessato. Gabriel intanto riprese gli esercizi.
“Gab, non sei curioso di sapere che combina il tuo fratello australiano con la bella Jasmine?” – domandò Den, sempre più provocatorio – “Dicci tutto” – continuò il giovane.
“E lo sai” – esclamò Shaun – “Non mi piace parlarne in modo esplicito”.
“Quindi sei il terzo ad averlo fatto, complimenti, meglio tardi che mai” – Den riprese i suoi esercizi – “Il primo sono stato io, poi c’è stato Gabriel, e poi tu” – spiegò Den – “Quando Liam lo farà, purtroppo saremo chiusi in un centro riabilitazione per anziani”. Sia Den che Shaun scoppiarono a ridere. Gabriel, invece, sembrava piuttosto triste.

Alle 15. 30, tutti i ragazzi uscirono di scuola, chi più velocemente, e chi più lentamente, come Den e Sharon.
“Allora?” – chiese Den – “Hai le foto?”
“Le ho” – rispose Sharon, agitata.
“Ti vedo nervosa, se vuoi possiamo sempre bruciare quelle foto, e non distribuirle più” – disse Den, trasformando l’espressione di Sharon, da agitata a sorpresa, ma speranzosa – “Però, in quel caso, stamperò quelle del tuo poliziotto, e distribuirò quelle” – esclamò poi il ragazzo, sorridendo.
Sharon gli lanciò un’occhiataccia – “Figlio di una buona donna” – esclamò la ragazza, furiosa.
“Non dire così, conosci mia madre, e poi, sei meno carina quando ti arrabbi” – Den l’accarezzò – “Allora? Ci sono abbastanza foto, attaccale dappertutto, bacheca, palestra, aule, banchi, cattedre, lavagne, ovunque tu possa” – gli spiegò il ragazzo – “E, alle sei in punta porta qua Jasmine, io farò venire Gabriel, Shaun e Liam” – continuò Den.
“Liam?” – chiese Sharon, meravigliata.
“Voglio che ci sia tutto il gruppo” – rispose Den, che poi salutò la ragazza, e se ne andò, lasciando Sharon nella disperazione più assoluta.

6 ore prima
Alle sei in punto, Sharon e Jasmine entrarono nella scuola, e si diressero nell’atrio scolastico.
“Perché mi hai portato qui, Sharon?” – chiese Jasmine, sorridente – “C’è una sorpresa per me, da parte di Shaun?” – insistette, contenta, e Sharon gli sorrise, cupa.
La scuola, era letteralmente, tappezzata dalle foto di Gabriel, e Jasmine. Ogni angolo era ricoperto. Jasmine deglutì, indietreggiando – “Cos’è questa cosa? Sharon, ti prego, aiutami” – disse, quasi, in lacrime – “Devi aiutarmi a toglierle, poi ti spiegherò tutto” – Jasmine guardò, speranzosa, l’amica, che abbassò il capo.
“Non ci riusciresti mai” – arrivò anche Liam – “Sono dappertutto, persino nelle classi e nei bagni, e sappiamo quanto sia grande la scuola”.
“Liam, perché ci sei anche tu?” – domandò Jasmine, oramai in lacrime.
Poco dopo arrivò, spedito, anche Gabriel – “Cosa diavolo succede?” – chiese, mettendosi le mani tra i capelli.
“Io non so cosa succeda tra voi, ma verremo a capo di questa situazione” – cercò di rassicurarli Liam, che vide i due ragazzi, notevolmente tesi. Ma sembrava essere tardi, anche Shaun, raggiunse il gruppo, nell’atrio. Si guardava intorno, e guardava quelle foto, confuso.
“Questo è uno scherzo, vero?” – Shaun guardò Jasmine, e poi Gabriel.
“Non è uno scherzo” – esclamò Sharon – “Loro stanno insieme, e questa foto è stata scattata dietro la scuola, dove spesso si incontrano” – continuò la ragazza.
Jasmine e Gabriel la guardarono inorriditi, lei, abbassò di nuovo la testa.
“Ti posso spiegare tutto, Shaun” – disse Jasmine.
“Possiamo spiegarti tutto” – si aggiunse Gabriel – “Sono sicuro che capirai”.
“Non me lo aspettavo” – asserì Shaun, con voce tremante – “Non da voi due” – poi Shaun voltò le spalle al gruppo, e lasciò il luogo. Jasmine gli corse dietro, e lo prese per un braccio ma Shaun la spinse a terra, così Gabriel intervenne e spinse, a sua volta, il ragazzo – “Non toccarla, mai più”.
“Ora mi sfidi?” – Shaun si avvicinò a Gabriel.
“Tu non sei da meno” – gli gridò contro il fratello. Oramai i ragazzi erano muso, a muso.
“Sei uno stronzo” – sbraitò Shaun. Gabriel tirò un pugno al fratello, Jasmine e Sharon strillarono, spaventate, e Liam previdente, cercò di tenere a bada Shaun, inutilmente. Il ragazzo spinse prima Liam, e poi si lanciò sul fratello, come un vero animale, portandolo a sbattere contro gli armadietti di ferro. Gabriel scivolò a terra, sofferente, tenendosi il braccio sinistro. Shaun lo guardò, poi scappò via. Liam e Jasmine andarono a soccorrere Gabriel – “Chiama il 911” – disse Jasmine, preoccupata.
“Lo chiamo io” – disse Sharon, anch’essa quasi in lacrime.
“Vattene via” – gli gridò contro Jasmine – “O a chiamarlo sarò io, e non solo per soccorrere Gabriel”. Sharon guardò Liam, in cerca di supporto.
“E’ meglio che tu vada” – gli consiglio, persino Liam. Sharon lasciò la scuola, e una volta arrivata davanti la porta il suo telefono trillò. Lei lo prese, era un messaggio anonimo – “Ci vuole più coraggio per soffrire che per agire”.

Shaun era seduto, su una panchina, pensieroso. Di lì passò Richard, che lo notò.
“Hey, amico, tutto ok?” – gli chiese, sentitamente.
“No” – rispose Shaun – “Nulla è tutto ok”. Richard si avvicinò, e si sedette vicino a lui.
“Hai voglia di parlarne?” – domandò Richard.
“No, non ne ho proprio voglia” – rispose Shaun, freddo.
“Allora non potrò aiutarti” – disse Richard – “Non qua almeno, ma davanti ad una birra, e alla partita dei Boston Celtics sarei sicuro più accomodante” – suppose il giovane. Shaun sorrise.
“Ho appena scoperto che la mia ragazza mi tradisce con mio fratello” – spiegò Shaun – “Ne la birra, ne la partita serviranno a niente”.
“Cazzo, hai ragione, sei uno sfigato” – esclamò Richard – “A meno che tu non abbia picchiato tuo fratello”.
“Cosa?” – chiese Shaun, divertito.
“Sei sfigato, ma se hai picchiato tuo fratello dopo che lo hai saputo, lo sei di meno” – Richard si alzò – “Allora, ti va la birra?”
“Mi va” – rispose Shaun.

“Grazie per avermi accompagnato” – Jasmine ringraziò Liam – “Non ti invito ad entrare perché la gente potrebbe pensare male” – ironizzò, poi, la ragazza.
“Tranquilla” – disse Liam, sorridente – “So che hai sbagliato, e non hai giustificazioni, ma hai il mio supporto, e quello che pensa la gente, e che penserà, ora è la cosa meno importante” – dichiarò l’amico.
“Sei un vero amico” – Jasmine salutò Liam, e si diresse verso la porta di casa.

Sharon era in camera sua, seduta a terra, in lacrime, quando il suo telefono squillò, e lei guardò lo schermo preoccupata. Non era la sola, anche Jasmine, si alzò dal letto, per via di un messaggio. Liam, invece che stava tornando a casa, lo estrasse dalla sua tasca. Anche Den ne ricevette uno, mentre, tranquillo, guardava la televisione. Infine, anche Shaun che era in un pub con Richard, controllò il cellulare – “Tutto bene?” – gli chiese l’amico, e Shaun annuì, poi lesse il messaggio, così come Liam, Sharon, Den e Jasmine. Il messaggio diceva: “L’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca. E da ora, si inizia”.

Gabriel, nella sua camera d’ospedale, stava ancora riposando. Qualcuno entrò nella sua stanza, la persona, con dei lucidi guanti rossi, ripose un vaso di fiori colorati sul comodino del paziente. Molto evidente era il biglietto attaccato al vaso, da un fiocco. Cosa c’era scritto? “Le cose non sono mai così terribili da non poter peggiorare”.
 
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.Andrea.
view post Posted on 9/7/2012, 13:50




bellissima william! mi sto appassionando!!!
 
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[william;]
view post Posted on 20/7/2012, 09:42




Grazie *.* Eccomi qua, tra voi, con quarto capitolo ;)


PARTE 4



Liceo di Riverside
Jasmine stava riponendo dei libri nel suo armadietto, quando, chiamata da alcuni ragazzi, si voltò.
“Ma guardate chi c’è, Jasmine di Troia?” – la prese in giro un ragazzo. Gli altri ragazzi scoppiarono a ridere.
“Sparisci, Mike” – li raggiunse Den.
“Andiamo, è arrivato il principino” – disse Mike lanciando un’occhiataccia a Den e, portando con se i suoi seguaci.
“Grazie” – lo ringraziò Jasmine – “Non avrei potuto affrontarli” – asserì poi, la ragazza.
“Non c’è di che” – disse lui – “Mike è un idiota, cerca di essere come me, ma gli riesco così fottutamente male”. Jasmine sorrise.
“Ti sta bene questo taglio” – si complimentò Den, nei confronti di Jasmine.
“Tu dici?” – chiese lei, insicura – “Non mi piace molto” – Jasmine aveva tagliato i suoi lunghi capelli neri, riducendone la lunghezza.
“Mm, stai bene” – insistette Den – “Oggi potremmo studiare insieme, se ti va” – chiese il ragazzo.
“Den sei gentile, ma i miei hanno saputo di quello che è successo e sono in punizione” - rispose lei, abbozzando un mezzo sorriso.
“Caspita” – enfatizzò Den – “E Gabriel, lo hai sentito?”
“Si, riusciamo a sentirci, e sta migliorando, presto potrebbe tornare a scuola” – spiegò Jasmine – “Ora ho lezione, ciao Den” – Jasmine salutò l’amico, e scappò in classe. Poi Den notò Shaun, stava distribuendo dei volantini, e gli si avvicinò.
“Hey, Shaun” – lo salutò.
“Ciao Den” – rispose Shaun, che poi diede un volantino anche all’amico – “Il torneo di tennis” – gli chiarì, evitando di farglielo leggere.
“Cercherò di esserci” – dichiarò Den - “Volevo chiederti, ti andrebbe di studiare insieme, oggi?” – continuò il giovane.
“Ho gli allenamenti, e dopo devo tornare a casa, dopo quello che è successo, la mia famiglia ha indetto una specie di riunioni” – spiegò Shaun, imbarazzato – “Ma meglio che andare dallo strizzacervelli” – ironizzò, subito dopo. Poi Shaun notò Richard che a sua volto notò il ragazzo, e alzò la mano destra, come cenno di saluto – “Devo scappare, ciao Den” – e Den rimase, nuovamente solo.
Lo sguardo di Den poi incrociò quello di Sharon, a pochi metri da lui, che appena vide il ragazzo, prese dei libri dal suo armadietto molto velocemente, e scappò via – “Studierò da solo” – esclamò Den.
“Scusami” – spiccò una voce femminile. Den si voltò.
“Conosci Liam? Liam Morris?” – chiese una donna, la stessa donna misteriosa che, qualche giorno fa, aveva bussato a casa di Liam.
“Si, lo conosco, siamo amici, molto amici” – rispose Den, strafottente.
“Posso fidarmi?” – chiese lei.
“Ma certo, può chiedere a chiunque, io e Liam siamo come fratelli” – ribadì il giovane.
“Dagli questo, e digli che è il numero di una nuova cliente, nulla di più” – la signora gli consegnò un bigliettino.
“Da parte di chi? Lei come si chiama?” – domandò Den.
“Sono la signora Hall. Molly Hall!” – si presentò lei, prima di andarsene.
Den poi prese il bigliettino – “Credo proprio che io e Liam, oggi, faremo una bella chiacchierata” – sostenne il ragazzo, osservando il biglietto, con sguardo scaltro.

Molly Hall entrò in un ristorante, poi si andò a sedere, spedita – “Ho fatto quello che volevi, ho dato il biglietto al ragazzo, ora dammi i soldi, e finiamola qua, non rivelerò la tua identità” – disse Molly, sicura. Delle mani, ricoperte dai soliti guanti rossi diedero una busta alla signora, che sorrise, si alzò, e lasciò il posto.

“Liam ti aspetta di sopra” – disse il signor Morris prendendo le chiavi di casa, e sorridendo a Den – “Io vado al lavoro”.
“A presto, John” – ricambiò Den, prima che John uscisse di casa. Den poi salì le scale, e raggiunse l’amico, nella sua camera.
“Tuo padre è andato via” – asserì Den, entrando nella stanza – “Studiamo?” – chiese, poi il ragazzo, vispo.
“No” – rispose Liam – “Non sei venuto qua per studiare, il messaggio che mi hai mandato diceva altro”.
“Oook” – esclamò Den, sbuffando – “Ho parlato con la signora Hall, Molly Hall, ti dice qualcosa?”
Liam rabbrividì, sorpreso – “Che ti ha detto? Cosa vuole?” – chiese, agitato.
“Stai calmo” – affermò Den, estraendo un biglietto dalla tasca – “Mi ha dato questo numero, dicendo che è di una nuova cliente” – spiegò, Den.
“Dammelo subito” – protestò Liam.
“Non c’è bisogno di gridare” – e Den porse il bigliettino a Liam – “Ho già fatto troppo lo stronzo, ultimamente” – pensò il ragazzo, ad alta voce.
“Di che parli?” – chiese Liam, incuriosito.
“Non lo dirò certo a te” – rispose Den, deciso.
“Ma c’è qualcosa che non quadra” – asserì Liam, stranito – “Perché Molly avrebbe dato questo numero a te? E come ti conosceva?” - si chiese.
“Mi ha chiesto di te, e gli ho detto che siamo amici” – replicò Den.
“Conosco questa signora, e detto tra noi è una stronza, ma non avrebbe rischiato, e tu avresti potuto mentirle, avresti potuto non darmi il numero” – ipotizzò, giustamente, il ragazzo.
“Tu credi sia stata manovrata?” – domandò Den – “Tu stai dicendo che qualcuno voleva che io ricevessi quel numero” – continuò, convinto. E Liam annuì.
“Penso sia arrivata l’ora di considerare che quei messaggi” – Liam deglutì – “Non siano solo uno scherzo”.
“Io non posso dirti molto, Liam, ma posso dirti che se, a farmi ricevere questo numero, fosse stata veramente la persona dei messaggi” – Den assunse un’aria più seria di quella che aveva di solito – “Non è stata la prima volta che mi ha ricattato” – rispose lui, coscienzioso.
“Cosa?” – chiese Liam, arrabbiato – “Perché non c’è lo hai detto? Perché non lo hai detto alla polizia?”
“Non potevo, avevo le mani legate” – dichiarò Den – “E ti prego, non dirlo a nessun’altro del gruppo” – chiese, poi, angosciato.
Un rumore colse l’attenzione dei due ragazzi, oramai, persi nei loro discorsi. Den e Liam si guardarono. Liam, poi uscì dalla camera, seguito dall’amico.
“Papà, sei tu?” – chiese, in cerca di una risposta, che non arrivò.
“Ho visto tuo padre andare via, doveva andare al lavoro, ma potrebbe essere Nicholas” – disse Den.
“No, è all’asilo, tutto il giorno” – rispose Liam.
I due poi, spaventati, ma coraggiosi attraversarono il corridoio, e scesero le scale. La porta di casa era aperta, spalancata.
“Tuo padre l’aveva chiusa, ne sono sicuro” – disse Den, mordendosi il labbro.
“Manteniamo la calma, potrebbe essere stato il vento” – Liam cercò di rassicurare sia se stesso che l’amico. Ma lo squillo di un cellulare, spaventò ancora di più i ragazzi.
“E’ un messaggio” – disse Den, mentre lo estrasse dalla tasca – “Se riveli i tuoi segreti al vento, non rimproverare il vento perché li rivela agli alberi” – lesse il ragazzo, intimorito. Si udirono dei passi, di sopra. Den, veloce, salì le scale, e Liam gli andò dietro.
“Aspetta, Den, attento” – gli consigliò. I due entrarono nella stanza di Liam, poi, sgranando gli occhi, indietreggiarono. La finestra era aperta.
“Chiunque sia entrato” – disse Den.
“Ora è uscito” – continuò Liam.
I due continuarono a osservare la finestra aperta, scossi.

Intanto a casa di Den, i suoi genitori erano seduti, sul divano, preoccupati – “Sono così agitata” – disse Melissa.
“E io così arrabbiato” – continuò Ryan. Den entrò in casa, pensieroso.
“Den” – gli gridò la madre contro.
“Si, mamma” – Den guardò i genitori, sconnesso.
“Abbiamo scoperto tutto, perché c’è lo hai nascosto? Come hai potuto?” – chiese la signora Spencer, quasi in lacrime.
“Di cosa parli, cosa stai dicendo?” – domandò, a sua volta Den.
“Di queste” – disse il padre prendendo una serie di foto riposte sul tavolo – “Ci sono state spedite da qualcuno di anonimo”.
“E quello sei tu, che esci da un garage, con un pacco” – continuò la madre – “Un pacco di cartone, con questo simbolo sopra” – Melissa prese una delle foto, scattata da più vicino, che ritraeva il ragazzo, con questo pacco, e il simbolo di un pentacolo.
Den si mise le mani tra i capelli – “Che giornataccia” – esclamò.
“Nemmeno ti difendi?” – domandò il padre, inquieto.
“Noi non abbiamo mai controllato la tua stanza, ci siamo sempre fidati di te, ma questa volta dovevamo” – gli spiegò Ryan – “E” – il padre, prese, sempre appoggiato sul tavolo, lo stesso pacco con lo stesso simbolo – “Abbiamo trovato questo” – finì.
“E c’è della droga, dentro” – asserì la signora, scoraggiata.
“Che ci crediate, o no, non era mia” – cercò di spiegare Den.
Il padre scoppiò a ridere, ma nervosamente – “E a cosa ti serviva? La compravi a poco prezzo, per poi rivenderla, e guadagnarci?” – chiese, quasi ironico. Den annuì.
“Ahhh” – sbraitò Ryan – “Non mi sento meglio”.
Den poi notò una busta sul tavolo – “Quella busta? Erano là dentro le foto?”
“Questo è quello che t’interessa? Ma sei impazzito?” – Melissa guardò il marito, disperata. Den poi si avvicinò al tavolo, e prese la busta, e la girò. C’è era scritto qualcosa, in rosso: “Le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni.

Edited by [william;] - 20/7/2012, 20:15
 
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-Giuly-
view post Posted on 28/7/2012, 10:01




sempre grande william ^_^
 
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[william;]
view post Posted on 1/8/2012, 23:18




grazie ^^
 
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littlekarin
view post Posted on 2/8/2012, 12:16




bellissima william!!!! supercomplimenti ^_^
 
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22 replies since 3/7/2012, 14:51   118 views
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